Jago (Jacopo Cardillo) Nasce a Frosinone il 18 aprile 1987
ed è uno scultore e artista.
Breve biografia:
Frequenta il Liceo artistico e dopo il diploma si iscrive
all'Accademia di Belle Arti di Frosinone, che abbandona prima di terminare gli
studi nel 2010. Quando ha 24 anni Vittorio Sgarbi lo seleziona per partecipare
alla 54° Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia. Il 21
novembre 2012 riceve dal papa la Medaglia del Pontificato, a seguito della
realizzazione di un busto in marmo raffigurante papa Benedetto XVI. Nel 2018 è
stato professore ospite presso la New York Academy of Art. A partire dal 2016
tiene corsi in scuole, università e accademie italiane, cinesi e americane.
Lavora nella chiesa di Sant’Aspreno ai Crociferi nel Rione Sanità di Napoli. I
Materiali che utilizza sono essenzialmente il marmo bianco che trova grezzo in
nature e a volte il ferro. Vediamo alcune sue opere…
“Venere”
Quest’opera è realizzata in marmo Bianco Lasa/Covelano. La
sua realizzazione è stata documentata giorno dopo giorno attraverso dirette sui
social network. Questa scultura non rappresenta altro che una donna, anziana
che come una statua greca si copre perché pudica. Se tutti noi siamo abituati a
concepire la Venere come una donna giovane, nel fiore degli anni, Jago ribalta
il concetto e crea una venere avanti con l’età. Ogni dettaglio è rappresentato
in maniera assai realistica: le rughe, le dita, le labbra, il naso e
soprattutto gli occhi, che sono magici, grazie ad una particolare tecnica la statua
riesce a fissarti ovunque tu ti muova.
“il busto di papa Ratzinger”
Questa scultura di dimensioni in scala reale di marmo
bianco, è stata realizzata nel 2009. Fu commissionata, e questo pesante e
sterile abito papale stava stretto allo scultore, che non considerava l’opera
una delle sue migliori sculture. Passano 4 anni e nel 2013 papa Ratzinger si
dimette perché troppo anziano, Jago nonostante l’opera avesse già partecipato a
diverse mostre, decide di rimettere mano sulla scultura, spogliando il papa e
regalandoci la sua pelle candida che sembra reale, facendoci dimenticare la
vera natura dell’opera d’arte.
“Look Down”
Questa scultura in marmo bianco del 2020 rappresenta un
neonato, solo, che al posto del cordone ombelicale ha una grande catena di ferro
che lo tiene attaccato al suolo. L’opera è esposta in Piazza Plebiscito a
Napoli. Con questa scultura, Jago vuole soffermarsi e pensare alle persone meno
fortunate e ricordare che anche loro sono state bambine, Il barbone nell’angolo
della strada è ormai invisibile alle persone che non pensano, però, al fatto
che un tempo anche queste persone meno adagiate erano degli stupendi bambini.
Altri sono i significati che sono stati attribuiti all’opera: il neonato è
simbolo di prosperità e di speranza per il futuro, speranza di cui abbiamo
bisogno nel periodo storico che stiamo vivendo. È recente l’avvenimento
vandalico che vede protagonista questa scultura: un gruppo di ragazzi dopo averla
calpestata e picchiata hanno pubblicato sui social il loro gesto, scatenando
critiche e commenti che hanno raggiunto l’artista. I ragazzi si sono messi in
contatto con Jago e una volta compresa la brutalità del loro gesto si sono
scusati con lo scultore stesso.
Con questa scultura del 2019 in marmo Danby del Vermont Jago
si ispira al cristo velato di Giuseppe Sanmartino, scultura del 1753 cambiando
però il protagonista da Cristo ad un bambino innocente. Se Cristo è morto in
croce per il bene di tutti sacrificando la propria vita, un innocente bambino
morto e ricoperto da un velo umido rappresenta tutti i bambini (e anche tutte
le persone innocenti) che sono costrette a sacrificare la propria vita per qualcun
altro. L’intera realizzazione dell’opera è stata documentata per mezzo di
dirette social. Il 21 dicembre 2019 in occasione dell’inaugurazione della
mostra "Figlio Velato" curata da Luca Iavarone, l'opera è stata
collocata presso la Cappella dei Bianchi della chiesa di San Severo fuori le
mura, nel rione Sanità di Napoli.
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