Raffaelo Sanzio nasce il 28 Marzo 1483 ad Urbino, ed è uno
dei più importanti riferimenti del rinascimento italiano. Figlio d’arte, suo
padre, Giovanni de’ Santi era un pittore molto conosciuto ad Urbino e la sua
bottega era fiorente, muore però quando il piccolo Raffaello ha 8 anni, a 11
anni Raffaello perderà anche sua madre. Prende le prime lezioni d’arte dal
padre per poi conoscere Perugino e farsi istruire da lui. I suoi principali
personaggi sono elementi sacri, personaggi religiosi e angelici. Molto note
sono le Madonne con bambino, infatti se vedete una Madonna rossa e blu con due
bambini allegri e giocherelloni, il dipinto è sicuramente di Raffaello. Era una
persona molto intelligente, secondo alcuni fu il primo “imprenditore della
storia” perché la sua bottega era una vera macchina da guerra composta da un “Team”
di collaboratori che prendevano commissioni e lavoravano col pittore. Fu molto
devoto anche a Leonardo Da Vinci e a Michelangelo, infatti nelle sue opere la
loro influenza è molto presente. Fu anche architetto, ma in questo articolo mi
limiterò a parlare esclusivamente della sua pittura.
Questo dipinto a olio su tavola è probabilmente del 1504 ed
è conservato presso la Pinacoteca di Brera a Milano. Quest'opera venne
commissionata dalla famiglia Albizzini per la cappella di San Giuseppe nella
chiesa di San Francesco a Città di Castello. Rappresenta Lo sposalizio di Maria
e Giuseppe che avviene in primo piano, dietro di loro vi è un sacerdote che,
tenendo le mani di entrambi, officia la funzione. A destra dalla parte di Maria
vi è un gruppo di donne, mentre a sinistra, la parte di Giuseppe è riempita da
un gruppo di uomini. Tutte le figure sono molto elastiche e vi è un utilizzo di
colori molto accesi e luminosi. Lo sfondo è occupato da una piazza lastricata a
grandi riquadri, al termine della quale si trova un edificio a pianta centrale,
al culmine di una gradinata, sul cui portale convergono tutte le linee
prospettiche del dipinto.
Questo che vedi è l’autoritratto che Raffaello dipinse nel
1506. È oggi conservato nella galleria degli Uffizi. Il quadro presenta una
caratteristica comune nei ritratti dell’epoca: il pittore guarda fisso negli
occhi lo spettatore, i l suo busto è particolare ed è diverso dagli altri perché
è girato in una posizione rara e particolare. Il suo abito e il suo sono neri, vestiti
che i suoi pittori contemporanei utilizzavano frequentemente per i loro
Autoritratti.
Quest’olio su tavola del 1511 fu commissionato, per
l'appunto da Papa Giulio II. È conservata nella Galleria degli Uffizi di
Firenze. Il Papa è rappresentato seduto (un po’ ricurvo) sulla sua poltrona. La
figura principalmente bianca e rossa crea un contrasto cromatico non
indifferente. I pontefici erano di solito ritratti di profilo, magari in
ginocchio, o rigidamente frontali ecco perché Raffaello ha cambiato il modo di
ritrarre i Papi. Eccezionale per l'epoca fu anche la rappresentazione intima
dello stato d'animo di un soggetto di tale importanza, così evidentemente
introspettivo, perso nei propri pensieri. Il 1511 era infatti un anno
particolarmente duro per il pontefice, che aveva subito pesanti sconfitte da
parte dei Francesi, vedendosi riprendere Bologna e subendo continuamente la
minaccia degli eserciti stranieri.
Raffaello Sanzio muore a Roma il 6 aprile 1520, dopo 15
giorni di febbre (anche se la causa vera della morte non si conosce si ipotizza
che sia deceduto a causa della Sifilide, altri dicono che la sua morte sia dovuta
ad un “eccesso amoroso”) i suoi contemporanei raccontano che dopo la sua morte,
una scossa di terremoto e delle nuvole fitte e cupe si precipitarono su Urbino.
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